Ci si approssima alle elezioni comunali e quindi è tempo di programmi elettorali ma anche di proposte per i candidati. Non conosco personalmente nessuno dei candidati per la carica di sindaco di Roma Capitale né sono tra i miei contatti Linkedin (dove la stessa proposta verrà sinteticamente riportata) ma chissà che per il gioco delle connessioni sociali incrociate (già studiate arcaicamente da Stanley Milgram nel 1967 e poi attualizzate nell’epoca di Facebook) la mia proposta non arrivi a qualcuno di loro e chissà che qualcuno addirittura la apprezzi.
Roma è la città italiana con la maggiore presenza di università, ne ho contate 41 (elenco probabilmente non completo):
- Università di Roma La Sapienza
- Università di Roma Tor Vergata
- Università Roma Tre
- Università degli Studi di Roma “Foro Italico”
- Università Cattolica del Sacro Cuore
- Università Campus Biomedico
- Libera Università Internazionale di Studi Sociali Guido Carli (LUISS)
- Libera Università Maria Santissima Assunta (LUMSA)
- Università Europea di Roma
- Uni Camillus
- American University of Rome
- Link Campus University
- Università degli Studi Internazionali di Roma – UNINT
- Università degli studi Guglielmo Marconi
- Università e-Campus
- Università UniNettuno
- Università Nicola Cusano
- Università San Raffaele
Inoltre, ci sono gli Atenei Pontifici:
- Università Pontificia Salesiana
- Pontificia Università Lateranense
- Pontificia Università Antonianum
- Pontificia Università Gregoriana
- Pontificia Università della Santa Croce
- Pontificia Università Urbaniana
- Pontificia Università di San Tommaso D’Aquino (Angelicum)
- Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione Auxilium
- Pontificio Ateneo Regina Apostolorum
- Pontificio Ateneo Sant’Anselmo
- Accademia Alfonsiana
- Istituto di Teologia della Vita Consacrata Claretianum
- Istituto Patristico Augustinianum
- Pontificia Facoltà Teologica Marianum
- Pontificia Facoltà Teologica San Bonaventura Seraphicum
- Pontificia Facoltà Teologica e Pontificio Istituto di Spiritualità Teresianum
- Pontificio Istituto Biblico
- Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana
- Pontificio Istituto di Musica Sacra
- Pontificio Istituto di Studi Arabi e d’Islamistica
- Pontificio Istituto Giovanni Paolo II
- Pontificio Istituto Orientale
- Pontificio Istituto di Latinità
Inoltre, ci sono le sedi principali dei principali enti di ricerca nazionali: CNR, ENEA, INAF, ASI, Fondazione Bordoni, ecc.
Prima constatazione: a Roma circolano centinaia di migliaia di studiosi, tra docenti, ricercatori e studenti, che alimentano la vita della città eterna e che in una certa percentuale, in base a statistiche facilmente reperibili, prima o poi lasceranno la capitale per andare ad alimentare la vita di altre comunità portandosi dietro un pezzo di Roma.
Prima considerazione: Roma Capitale è abbastanza accogliente per rendere la vita di questi studiosi piacevole? Potrebbe fare di più, magari con il risultato di trattenerli?
Come noto le università erogano alta formazione e producono ricerca, entrambe utili a Roma Capitale (ovviamente a tutte le città).
L’alta formazione perché istruisce le persone che poi possono contribuire al miglioramento della qualità della vita e all’ottimizzazione dell’uso delle risorse della città.
La Ricerca altrettanto, ma forse molto più, perché è quella particolare attività che nelle società “evolute” individua e sviluppa conoscenza e innovazione in tutti i settori della vita di una città complessa (tutti i settori dell’ingegneria, la biologia, la botanica, la zoologia, la chimica, il diritto, l’archeologia, la storia, la storia dell’arte, la matematica, la fisica, la letteratura, la geologia, la statistica, la medicina, la veterinaria, ecc.).
Però, spesso per la politica mentre è un fiore all’occhiello da mostrare (un po’ come le medaglie olimpiche: gli atleti le vincono come esito di duro lavoro e sacrifici, tutti noi ci vantiamo) nei fatti è anche soltanto un soprammobile da spolverare ogni tanto. È un patrimonio che non viene sfruttato.
Per non farla eccessivamente lunga, vengo alla proposta: l’istituzione di un Assessorato alla Valorizzazione della Ricerca.
L’assessorato avrebbe il compito di bussare a tutte le porte dei ricercatori che operano nel territorio romano per attingere ai risultati delle loro ricerche immediatamente applicabili alla gestione della città (ché ce ne sono tanti). Quindi non finanziare la ricerca (prerogativa di altri enti governativi) ma sfruttare la ricerca già svolta che magari giace nei cassetti o negli atti di un congresso o nell’articolo di una rivista, ma che può avere una importanza pratica significativa. Il rapporto con i ricercatori romani aprirebbe inoltre un rapporto ad imbuto rovesciato con tutto il mondo della ricerca internazionale, considerando le ottime e consolidate relazioni sistematicamente in atto, per attingere ad una mole di risultati enorme.
L’assessorato dovrebbe avere uno staff di circa 40-50 persone laureate, un paio per ogni disciplina, in modo da potere scandagliare, in modo organico, sistematico e con competenza tutti i settori scientifici disciplinari per verificare quali ricerche già sviluppate possono essere immediatamente utilizzabili.
Altresì, dovrebbe avere potere reale di indirizzo sulle scelte tecniche degli altri assessorati, ovvero indicare le soluzioni tecniche da adottare per la gestione della città, con un ruolo non meramente consulenziale.
Il budget potrebbe essere anche modesto (rispetto al bilancio capitolino) in quanto, oltre alla copertura dei costi per gli emolumenti dei dipendenti, dovrebbe servire per organizzare convegni e seminari, mostre e al limite finanziare qualche premio di laurea o di tesi di dottorato o qualche borsa di studio.
La proposta è multipartisan, qualunque candidato la può valorizzare ed in caso di elezione la può realizzare. Non è né di destra né di sinistra (ammesso che siano ancora categorie plausibili).
Roma, 31 agosto 2021
Prof. Michele Luglio